Ora, voglio dire, sono già diversi anni che va avanti questa storia. Sì ok siamo d’accordo che le cover le hanno sempre fatte, Besame Mucho ormai la hanno cantata anche gli zombi di Romero o Ze’ do Caixao (che lo conosco solo io mi sa ma vabbè), ma farmi sentire un pezzo, storico o meno, bello o meno non mi interessa, ma cantato da qualche imbecille che non ha idee per scriversene uno suo e cambiargli il titolo mantenendo il riff o come accidenti si dice, il ritornello e modificando l’impostazione del cantato mi sa di presa per il culo. Ché poi ci sono quelli che pensano che l’hanno scritta quelli che la cantano quella canzone “figa”.
Mi ricordo tempo fa, stavo ascoltando Kashmir dei Led Zeppelin, arriva un ragazzetto e fa: “Ohh bella questa, bellissima è quella di Godzilla di Puff Daddy!!!”. Già quel film mi fa venire l’orticaria perché considero Roland Hemmerich un vero cialtrone cinematografico, ma cazzo, mi nomini Puff Daddy?
“No guarda, questa è Kashmir degli Zeppelin,”
“Sì sarà ma l’hanno copiata da Puff Daddy!”
STUMP! Un calcio nel culo. “Ma santo d’un Dio, c’è anche Jimmy Page nel video che suona con l’imbecille che canta…”
Poi c’è Rihanna, che tempo fa riuscì a rovinare qualcosa di cui non ricordo il titolo, ma so che lo ha fatto, me ne sono accorto. Ha la faccia di una che può rovinare cose.
L’altro giorno chi ti vedo? Jennifer Lopez e il suo bel culo. Si dimena come si dimenava Tina Turner (sì sì ti piacerebbe far il verso alla vecchia Tina) e canta un motivetto arzillo dal titolo “Hold it Don’t Drop it”. Il titolo non mi dice niente, ma avendo un’età nella quale tutti i pezzi anni 70 da discoteca mi ronzano nella testa perché ero un bambino in quel periodo e la radio a casa mia era sempre accesa mi vengono in mente i Tavares… Indovina un po’? il motivetto arzillo di miss Culorotondo è proprio un pezzo dei Tavares: It Only Takes a Minute. Ma si potrebbe andare avanti ancora parecchio così eh. Da Madonna che ci ha fatto un cd intero scimmiottando gli ABBA, fino ai Take That o uno di quei gruppi lì con quelli che sballettano di qua e di là.
Mancanza d’idee? Mi debbo preoccupare? Vabbè che una volta c’era della gente che si chiamava Banco del Mutuo Soccorso, Genesis, Roxy Music, King Crimson (no questi ci sono ancora fortunatamente) che facevano delle specie di cattedrali sonore anche (forse) un po’ stucchevoli e “Gaudiane” se mi si passa il termine, ma almeno erano cose loro. Ok ok J.S. Bach c’è sempre e sempre ci sarà specialmente nell’Heavy Metal, ma un conto è ispirarsi un conto è razziare.
Viva le idee comunque eh…
Guerra, vera e propria guerra fredda.
Certe volte non sembra di essere al supermercato ma di partecipare attivamente alla crisi dei missili a Cuba negli anni 60.
Tipo oggi. Sono a fare la spesa, per i cazzi miei, quando una vecchia (dico VECCHIA col tono con cui si dice “maledetta megera”) mi domanda se le posso prendere una confezione d’acqua dallo scaffale che non ci arriva. Io gliela prendo e gliela metto pure nel carrello… ché dirò anche “vecchia” con tono imprecante, ma sono una personcina a modino.
Continuo a fare la mia spesuccia e mi avvio alla cassa. No non la cassa normale, quell’altra, quella col “Salvatempo” che siccome è la numero 2 e non la numero 1, se ne sbattono tutti del salvatempo e vaffanculo. Appoggio il cesto con le mie amate leccornie per terra e mi volto di spalle per dare un’occhiata ai CD vergini. Ok non è proprio di spalle, vanno fatti quattro passi verso sinistra… ma solo quattro eh, li ho contati.
Torno al mio posto e chi ci ritrovo? La VECCHIA. Vabbè mi dico, è la VECCHIA di prima, non posso farle una parte di merda perché mi ha fottuto il posto, poi ha solo due confezioni d’acqua. Sto zitto e faccio quello che è arrivato dopo.
La vecchia s’accinge a dare la sua tessera da socia (che fa tanto golf club) alla cassiera quando la cassiera le fa notare che l’acqua che ha preso non è quella naturale ma quella frizzante. Ora dico io, fatti un po’ i cazzi tuoi no? No, becco la cassiera che conosce la vecchia e sa cosa beve. Che nemmeno nei film americani con lo sfigato di turno e il barista che gli versa “il solito”.
Insomma la vecchia è disperata, dice che un signore le ha dato quell’acqua quando ha chiesto di prenderle una confezione, si volta, mi vede e dice “ecco è stato lui!”
“Signora le ho preso quello che mi ha chiesto di prendere”
“Si ma io bevo quella naturale”
Oh ma va un pochino affanculo? Eh? Insomma ho la fila dietro di me. La cassiera cerca qualcuno perché prenda alla vecchia l’acqua giusta. In quel preciso istante parte la suoneria di un cellulare, LA CUCARACHA, non è di quelli multitono, o come cazzo si dice, è di quelli che fanno “bip bip”… quello faceva bip bip al suono de LA CUCARACHA.
Suona e suona e suona e suona ancora, quando la cassiera fa notare alla vecchia che forse ha il cellulare che le suona.
Puttana eva era il suo per davvero.
“Proooonto! Sì sono io!” – e chi cazzo vuoi che sia è un cellulare, mica ti risponde pinco pallino – “Come non vieni a cena?… ma io ho fatto la spesa!” – L’acqua eh… solo l’acqua e un micragnoso pezzo di formaggio scoparolo, che è buono, ma cazzo è un pezzo di formaggio solo. “No sono al supermercato, vieni che è pronto tra un po’… Oggesuggiuseppemmaria! T’ho detto di venire!”
E la cosa va avanti così per un tempo interminabile, con la cassiera in attesa che la vecchia si tolga dai coglioni e io dietro la vecchia con la roba sul tappetino mobile della cassa.
“Signora! E un ci vol venire a mangiare! Se la si spiccia si viene noi e un ci si pensa più!” dice un vecchino in fondo alla fila.
La vecchia attacca e poi ricomincia con l’acqua che non vuole la frizzante.
LA CUCARACHA ancora! E suona suona suona suona ancora, quando una signora con aria strafottente perché è alla cassa N°1 col salvatempo dice alla vecchia “guardi che le squilla il telefono”.
La cassiera trafigge con lo sguardo la cliente alla cassa opposta. Ma la trafigge con odio puro, della serie “Ti sbudello con lo sfilatino di mezzo chilo e ti metto a cuocere le interiora in un vassoio cuki doppio strato nel forno de longhi microonde combinato che è in offerta questo CAZZO di mese!!”
Ma la vecchia non risponde, anche se si vede che qualcosa non le torna.
Insomma alla fine si è tolta dai coglioni, è tornata a riprendersi la sua acqua naturale, che se beve la frizzante scorreggia fino a Pasqua e io finalmente passo.
La prossima volta che una vecchia mi chiede dell’acqua la faccio schiantare.
"Quando dico che non ricordo di aver scritto PASTO NUDO naturalmente esagero e non bisogna dimenticare che la memoria è formata di varie aree. La droga è un analgesico, uccide anche la sofferenza e il piacere impliciti nella consapevolezza. Mentre la memoria che un tossicodipendente ha di fatti e avvenimenti può essere molto accurata e dettagliata, la sua memoria emotiva può essere scarsa e, nel caso di una tossicodipendenza grave, vicina al grado affettivo zero.
Quando dico << oggi il virus della droga rappresenta il problema sanitario numero uno nel mondo>> non mi riferisco soltanto ai concreti effetti negativi degli oppiacei sulla salute dell’individuo (che, nei casi di dosaggio controllato, possono essere minimi), ma anche all’isteria che l’uso della droga spesso suscita tra coloro che i mass media e i funzionari della narcotici predispongono a reazioni isteriche.
Negli Stati Uniti il problema della droga nella sua forma attuale cominciò nel 1914 con lo Harrison Narcotics Act, la Legge sui Narcotici. Ora l’isteria antidroga si è diffusa in tutto il mondo e rappresenta ovunque una minaccia mortale per le libertà personali e per la corretta applicazione delle garanzie di legge."
Ottobre 1991
WILLIAM S. BURROUGHS
Ed eccomi qui a dire due parole su di lui. Era tanto che lo volevo fare e adesso lo faccio.
THE PUNISHER. Ci hanno fatto anche il film. Se qualcuno ha visto il film non ha certo torto a definire questo personaggio Marvel come un trito e ritrito nuovo “giustiziere della notte” in cerca di vendetta per lo sterminio della famiglia. Frank Castle nel film è un brav’uomo, un brav’uomo costretto dal suo senso di vendetta e giustizia a rimettere le cose a posto, si sente costretto a riequilibrare la bilancia. Ha dei sentimenti, è vulnerabile come persona, è umano.
Bene ma questo non è il Punitore, questo non è il Frank Castle dei fumetti, non è il Frank Castle di Garth Ennis. Gesù, se per caso dovessi prestare un fumetto del Punitore a qualcuno che ha solo visto il film, probabilmente non si riprenderebbe per il resto della vita. È un’iperbole lo so, ma di sicuro un leggero senso di disagio e un piccolo shock lo avrebbe.
A Castle nel fumetto la famiglia è stata sterminata, Frank ha cercato di rimettere le interiora nella pancia di sua figlia di dieci anni, gli è rimasto parte del cervello del figlio di cinque anni tra le dita quando ha cercato di soccorrerlo. Frank Castle nel fumetto non è un uomo. È solo vendetta e psicopatia allo stato puro. Il Punitore cartaceo è un personaggio fantastico da scrivere, per la prima volta in un fumetto Marvel, oltre a comparire in modo campale l’avviso di contenuti espliciti all’interno del medesimo, presenta la morte in tutta la sua crudezza. Le armi riducono la gente esattamente come la riducono quando pezzi di quel calibro sparano a bruciapelo. Il Punitore cartaceo non ha nessun briciolo di umanità, non è simpatico, è un uomo di 60 anni che falcia indistintamente chiunque abbia dei conti con la giustizia… il più delle volte dei conti con quello che lui (Castle) intende per giustizia. Si tratta di un personaggio del tutto negativo. Definirlo fascistoide è riduttivo e fuorviante, perché non ci sono implicazioni politiche in quello che fa. Castle è un malato di mente e basta. Un vero e fottuto psicopatico.
Microchip, il simpatico personaggio genio di comunicazioni e computer che per anni e anni aiuta Frank nella sua crociata (l’equivalente di Robin per Batman) verrà trucidato con un colpo a bruciapelo da un fucile a canne mozze in piena faccia proprio da Frank Castle, il Punitore. Assicuro che una scena del genere, un’esecuzione sommaria per un personaggio “storico” come Microchip ha qualcosa di allucinante. Perché Castle lo ha fatto? Beh non erano più sulla stessa lunghezza d’onda. Non ho usato eufemismi di sorta, erano solo e sottolineo solo, dissenzienti sui metodi da utilizzare nella lotta al crimine.
Castle gli ha fatto saltare le cervella.
Questo è il Punitore. Ha molti più punti in comune con Michael Meyers, il folle del film Halloween di quanti non ne abbia con John Rambo.
Poi c’è la mano di Garth Ennis, l’autore, colui che fa muovere questa massa di carne e follia per le strade di New York. Leggere il Punitore è come leggere una sceneggiatura di Quentin Tarantino, forse anche più bravo di Tarantino nello scrivere. Se il linguaggio esplicito disturba, se disturbano situazioni al limite del rappresentabile, se disturba un protagonista senza il minimo senso etico e morale allora consiglio caldamente di starne alla larga.
Se al contrario si è affascinati dai personaggi “malati”, scritti senza ipocrisia di sorta, sfacciatamente violenti e scritti divinamente… beh… machevvelodicoaffare?
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