SAMURAI JACK
C’è una cosa che mi piace tanto. Ma tanto eh. Beh oltre a quell’altra, capiscimiammé… è una creazione del signor Genndy Tartakowsky, una di quelle cose felicissime che nascono una volta ogni trent’anni e che deliziano principalmente gli occhi: SAMURAI JACK.
Eh ancora non avevo menzionato niente riguardo l’animazione, così mi sono detto perché non cominciare da ciò che reputo più innovativo, elegante e dannatamente divertente?
In effetti c’è anche un altro motivo. Di solito non parlo nel sonno, ma mi è capitato una volta di farlo e fortuna volle che dormendo in dolce compagnia le parole che mi vennero fuori quella notte furono proprio “Samurai Jack… Samurari Jaaaack…” sussurrando con amore e trasporto. Lei tentò di svegliarmi, mi domandò chi fosse Samurai Jack… io bofonchiai qualcosa e poi mi disse “perché non dici nomi di femmine come fanno tutti??”.
Ma andiamo con ordine.
La trama? Samurai Jack trovandosi coinvolto in uno scontro contro un demone (un Oni parrebbe) viene maledetto e trasportato in un’altra dimensione. Il suo scopo è tornare a casa e sconfiggere il demone. Chiuso, finita lì. Beh ci sono cose che non hanno certo bisogno trame originali per risultare gradevoli e nuove. Samurai Jack grazie a questo espediente è libero di dar sfogo alla fantasia, grafica, narrativa e musicale. Ogni episodio ha una costruzione stilistica impeccabile, sia dal punto di vista cromatico e proprio di sceneggiatura. I dialoghi sono ridotti all’osso e i combattimenti durano un’eternità. In realtà il più delle volte sono proprio i combattimenti a dare la cifra stilistica della serie.
Tra split screen multipli, ombre cinesi, optical art, citazioni artistiche (ce ne sono molte, molte di più di quelle cinematografiche) e un certosino lavoro di sceneggiatura sulle inquadrature, la serie esprime eleganza tecnica e stilistica. Non è un caso che molti su YOUTube si siano divertiti a montare immagini tratte da Samurai Jack con brani musicali, colonne sonore… Samurai Jack è il prodotto del nostro tempo, costruito con il ritmo di un videoclip e con una strizzata d’occhio ai samurai di Akira Kurosawa.
Il segno adottato è immediato, le figure sono ridotte quasi alle loro forme più semplici, l’animazione è fluida (i frame utilizzati sono 24 a colpo d’occhio, contro i 6 dell’animazione seriale giapponese) i colori intensi e saturi e pochi o nessuno sono i riferimenti all’animazione per l’infanzia. Non compaiono né atmosfere né cromatismi da teletubbies o Pokemon se qualcuno se lo chiedesse. La serie ha un taglio decisamente adulto.
Peccato non esistano i DVD in italia di questo piccolo gioiello.
Samurai Jaaack…. Samurai Jaaaack…….