Preso da un forte sentimento nostalgico recentemente mi sono rivisto, e tutto d’un fiato, Twin Peaks.
La serie in questione ha due meriti: quello di non lasciare nessuno indifferente, è amata ed altrettanto odiata, ed è di David Lynch, la sua mano si sente… pesantissima. È presente, sia come sceneggiatore, come regista e come… attore!
È odiata per due motivi, per l’assoluto ermetismo di molti episodi, e perché è ancora considerata una serie “tronca”, anche se personalmente dissento.
Mi sento inoltre di dire, sempre come introduzione che Twin Peaks è importante per due motivi: ha rivoluzionato il concetto di serie televisiva e onestamente, a tutt’oggi rimane a parer mio ancora insuperata ed è servita come trampolino di lancio per tutte le serie cult che le sono succedute a cominciare da X-Files fino a terminare in ordine di tempo con Lost.
C’è un’ ultima cosa che ancora non ho detto, anzi sono due: la prima è che nascosto nei sogni e negli incubi mostrati ai vari personaggi c’è la soluzione a tutto, la seconda cosa è che la serie è incentrata sul “doppio”. Sì, proprio così, il numero 2 è l’essenza stessa di Twin Peaks, a cominciare dal titolo.
Ma si era capito?
Ma andiamo con ordine, in Twin Peaks convivono allegramente la soap opera, la commedia grottesca, l’orrore, la fantascienza e il mistero. Certo in molte serie in effetti ritroviamo queste caratteristiche, ma Twin Peaks ha del miracoloso, tutte queste caratteristiche le troviamo in un episodio solo, non uno in particolare… uno preso a caso durante tutte e due le stagioni. Nello stesso episodio riuscivano a convivere tanti di quei generi da stordire chiunque. Si rideva con le lacrime agli occhi un attimo, e un attimo dopo si veniva scossi da puro terrore, si parlava di omicidi seriali e di chi fosse realmente figlia Donna o perché Ed non trovasse il coraggio a quattromani e dicesse a Nadine che aveva sempre amato Norma… ah già non lo diceva perché Nadine era folle e con una forza sovrumana.
Su tutto una domanda: chi ha ucciso Laura Palmer? Sì ma chi era Bob? Chi era Mike, lo spirito che albergava nell’uomo senza un braccio, la signora del ceppo che vedeva e sentiva tutto (il ceppo intendo) cos’erano la Loggia Bianca e la Loggia Nera? Chi era il gigante? Chi era il nano vestito di rosso nella stanza rossa che parlava al contrario? Perché i gufi non sono quello che sembrano? Perché Windom Earle cerca di entrare nella Loggia Nera? Perché è importante la congiunzione di due pianeti? Perché quando Jocie Packard è morta pesava solo veninove chili? E perché le maniglie dei comodini racchiudono le anime? Troppe domande? Ma ce ne sono altre molte altre a cui si pensa che non venga mai data risposta durante tutta la serie, ma come diceva Fox Mulder (che in Twin Peaks interpreta un agente FBI travestito) “La verità è la fuori” e mai come in questo caso è vero… ma è vero anche che la verità è DENTRO. E riecco il doppio, la duplicità di tutte le cose che sono e accadono in questa strana cittadina. In Twin Peaks pare di essere fuori dal tempo, sospesi in uno strano periodo storico che somiglia agli anni 50 dei “Peccatori di Peyton Place”. Non vediamo mai mangiare nessuno che non sia una torta, delle ciambelle o una tazza di caffè nero. Non vediamo mai un computer, o nemmeno uno dei primi cellulari che tanto andavano di moda tra gli yuppies. Non compare tecnologia. Twin Peaks è fatto di sogni e di segreti celati o sussurrati.
Poi c’è Bob, una delle cose più terrificanti che mi siano state date da vedere. Più terrificante di Pazuzu che viola Regan O’Neill, Freddy Krueger a confronto è il grande puffo, Alien solo una noiosa blatta. Bob è terrore puro, il male ancestrale, il corruttore, l’assassino.
Poi c’è la musica di Angelo Badalamenti, presente continuamente, incessantemente, ipnotica lenta e perfetta. E senza volerlo da subito uno dei messaggi criptici del gigante assume un doppio significato: “C’è sempre tanta musica nell’aria”. Già tanta musica che si lega alla storia della serie e alla realizzazione della serie stessa.
Twin Peaks è una serie conclusa, il finale “aperto” è in realtà chiuso. Tutta la vicenda è un cerchio.
Lynch ha dato un prequel alla serie al cinema “Twin Peaks: Fuoco cammina con me”. Film che è stato criticato da chiunque, da chi la serie non la aveva mai vista, per cui il film è risultato del tutto incomprensibile, sia da chi la serie l’aveva seguita ed amata, per cui il film non svelava più alcun mistero. In effetti il film è rivelatore in altri sensi. Sconsiglio chiunque di vederlo prima di aver visto la serie televisiva, altrimenti scoprirà CHI ha ucciso Laura Palmer. “Fuoco cammina con me” mostra in tutta la sua crudezza (il finale è crudissimo e allucinatorio) COME si sono svolti i fatti.
Anni dopo Lynch sentì il bisogno di raccontare un’altra storia un altro prequel a Twin Peaks, ma stavolta ambientato a Los Angeles. La nuova serie avrebbe dovuto mostrare il viaggio verso le origini del male di Diane (la tanto citata Diane dall’Agente Cooper, protagonista di Twin Peaks). Lynch realizzò il pilota, ma i produttori si spaventarono di questa “cosa” tanto fuori dal mondo, cosicché dissero “picche”.
Lynch non si perse d’animo, allungò il pilota di un’ora, ne fece un film per il cinema e vinse l’orso d’oro al festival del cinema di Berlino. Il film in questione è “Mulholland Drive”. Purtroppo tutti i riferimenti a Twin Peaks si sono persi… ma non tutti…
Qualcuno ha per caso visto una stanza con delle tende rosse?
C’è un uomo che non può vivere senza le sue medicine
I gufi non sono quello che sembrano
Le gomme che ti piacevano da bambino stanno ritornando di moda.
Sta accadendo di nuovo
Bob… Bob è qui… ti va di giocare col fuoco?
Fuoco cammina con me
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