Il nido dell'Anatra

"I censori tendono a fare quello che soltanto gli psicotici fanno: confondere l'illusione con la realtà". (David Cronenberg)

Archivio per la categoria “L’Anatra all’arancia”


Onestamente non so come intitolare queste due righe che mi accingo a scrivere.
Se n’è andato Ade Capone, autore televisivo, scrittore, e sceneggiatore di fumetti.

Con lui ho lavorato diversi anni, proprio per quanto riguarda i fumetti.
Erinni.
Cominciai così, con Erinni, fumetto che ancora detiene il record di vendite nelle fumetterie a distanza di venti anni.
Io e Ade ci siamo conosciuti un paio di anni prima di cominciare l’avventura alla Liberty (la sua casa editrice indipendente, della quale mi onoro di aver realizzato il logo), e ci siamo sentiti innumerevoli volte per telefono ma ci siamo incontrati di persona solo 4 volte in tutto. L’ultima proprio ad ottobre dello scorso anno a Lucca, in occasione della ristampa per le edicole di Erinni. Abbiamo parlato, io sono anni ormai che mi sono allontanato dai fumetti, ma qualcosa forse si era mosso e forse mi era anche tornata la voglia di disegnare qualcosa. Forse.
Parole buttate lì, tra una battuta e l’altra.
Poi ci siamo sentiti per mail, e, incredibile, qualcosa iniziava a prendere forma. Di nuovo. Come vent’anni fa.
Poi ieri, arriva la notizia.
Ade se n’è andato.

Un abbraccio alla famiglia e un arrivederci ad Ade.

AMOREVOLI PROPOSITI


Per quelli che mi odiano e mi vogliono vedere morto: sedete sul ciglio di un fiume e aspettate di vedere passare il mio cadavere.

…e pregate Dio che io non sia affamato

… A PRESTO


Con immenso dispiacere, mi vedo costretto a sospendere l’aggiornamento del blog (che già andava decisamente a rilento).

Spero di poter tornare a postare presto.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito fino ad ora o che semplicemente sono passati di qui, e dico soltanto:

a presto.

Luca.

Come Truman…


Lo dico subito: mi sarei un po’ rotto i coglioni.

Ho il massimo rispetto per chi lavora nei call center, e infatti non ce l’ho con gli operatori… beh magari con qualcuno sì.

Ricevo millemila telefonate al giorno da Sky, Telecom, Tim, Infostrada, Sorgenia, Enel, Fastweb, gente che vende materassi, gente che vende depuratori d’acqua e quant’altro.

Ora mi sono rotto i coglioni. Mi sembra di vivere la vita con le interruzioni pubblicitarie, senza avere in cambio peraltro alcun beneficio. Guardo tv commerciali, ci piazzano lo spot e vedo il programma. Ma con le telefonate? Qual è il beneficio?

Ecco, ribadisco, siccome mi sono rotto i coglioni, e non voglio sentirmi una specie di Truman (di Truman Show) smetto di rispondere al telefono, se qualcuno mi cerca mi chiami al cellulare o mi mandi un piccione viaggiatore.

Sempre che il pennuto non mi scagazzi sul terrazzo, ché altrimenti lo faccio con le pappardelle.

Bixby Hulk

JESSICA, MI DEVI UN PANINO COL LAMPREDOTTO


Sabato scorso ho rinunciato al mio panino col lampredotto per noleggiare un film, purtroppo è stata una di quelle giornate in cui devi scegliere tra una cosa e un’altra.

Ora, fermo restando che il lampredotto è una delle fondamenta dalla mia vita , noleggiare TI PRESENTO BILL è stato un’ vero e proprio atto di fede. Scommetto che a Indiana Jones mettere i piedi sul precipizio per attraversarlo è costato di meno.

Ne è valsa la pena? Mettiamola così, ho chiamato Andrea, il mio trippaio di fiducia, chiedendogli dove fosse col chiosco lunedì per bilanciare ciò che ho visto. E maremma impestata il lunedì non lavora.

Signora Alba, so che non leggerà mai quanto sto scrivendo, tanto più che è in italiano, ma dia retta a me, si prenda un agente coi controcoglioni e lo preghi di scegliere i suoi ruoli meglio di quanto abbia fatto fino ad ora. Anzi già che c’è vada da Cameron (James) gli dica che non gliene frega un cazzo di pandora e di quei puffi di Cernobyl e lo convinca il più presto possibile a rimettere in cantiere Dark Angel (e già che c’è lo convinca a dare un po’ di soldi a Carlos Meglia e a depositare un mazzo di fiori sulla tomba di Carlos Trillo con un bigliettino di scuse).

La prego lo faccia per me… io il sabato devo mangiare il mio lampredotto, non posso passare la vita a noleggiare porcherie compiendo atti di fede nei suoi confronti.

Grazie

AdG

PS La missione è più dura del previsto… che si sappia.

wanted-lampredotto1

ANIMALI TERRESTRI


Parafrasando Roberto Benigni, se arrivasse un alieno sulla terra in questo momento e vedesse queste due persone… vaglielo a spiegare che appartengono alla stessa specie.

LAMPREDOTTO RIFATTO CON LE PATATE


Per coloro i quali non sanno cosa sia il lampredotto, compreso il mio programma di word processor che mi segna come errore la parola Lampredotto e sarà l’ultima cosa che fa questo è certo (Savonarola docet, ma questa la sappiamo solo noi amanti del lampredotto), dico solo che si tratta dell’abomaso, ossia uno dei quattro stomaci del vitello.

Tutti quelli che fanno la faccia schifata li invito a tornarsene a mangiare uova nere di pesce che puzzano del medesimo e a infilarsi in qualche fast food che sicuramente li nutrirà con qualche emerito troiaio. Il mio trippaio di fiducia, Andrea, il sant’uomo che mi nutre il sabato a desinare, una volta ebbe a servire al banco una coppia di Mestre, la signora domandò elegantemente cosa mai fosse questo “lampredotto”, Andrea, con grazia tutta fiorentina, illustrò la magnificenza di tale parte del manzo. La signora con faccia schifata disse che era anche brutto a vedersi, al ché, Andrea prendendo ad esempio la granseola (che la signora disse essere di gran lunga uno degli ingredienti del suo piatto preferito) disse: “Signora, però anche la granseola tanto bellina non è.”.

Dopo questa lunga introduzione vado ad illustrare il piatto, ma mi permetto un’ultima digressione, questa ricetta è una variante di quel capolavoro di cucina povera e alta che è il panino col lampredotto, e se non lo avete mai sentito nominare o assaggiato sono cazzi vostri.

Io me ne mangio cinquanta l’anno, sì uno a settimana. Non sono cinquantadue perché Andrea va anche in ferie ogni tanto…

Dosi per me (nel senso che me lo faccio e me lo mangio anche il giorno dopo).

400 grammi di lampredotto precotto (meglio se precotto così vi risparmiate il doverlo cuocere per ore nel brodo)

300 grammi di pomodori freschi, se non sono disponibili 250 grammi di pelati (poi si fa un po’ ad occhio col pomodoro, ricordiamoci una puntina di zucchero per togliere l’eccesso di acidità)

1 cipolla (piccola media o grossa dipende dai gusti e dall’equilibrio, a me la cipolla piace parecchio ma la metto media altrimenti l’equilibrio del gusto va un po’ a puttane)

3 patate (una grossa e 2 medie) tagliate a dadoni o spicchi molto grossi. Personalmente preferisco le patate di Bolgheri.

Sale, peperoncino e brodo di carne per allungare il sugo se dovesse restringersi troppo) olio extravergine d’oliva.

Tutto qui. Ora la/lo smaliziato di turno con questi ingredienti è già in grado di elaborare il piatto in maniera molto agevole, ma per coloro i quali fanno a cazzotti ogni volta che si para loro davanti un soffritto da mettere sul fuoco ci sono io che rimetto a posto i pezzi.

Suggerisco prima di cuocere il lampredotto, di lavarlo bene sotto acqua corrente (anche se si tratta di quello precotto). Fatto questo lo si taglia a striscioline delle dimensioni di un centimetro per cinque. Le dimensioni sono puramente indicative, spero che nessuno si metta a misurare i “tagliolini” di stomaco.

Dunque: si imbiondisce la cipolla tagliata a dadini, diciamo un soffrittino molto leggero. Una volta pronta la cipolla, vi si aggiunge il lampredotto, e il peperoncino, c’è chi mette il sale adesso e chi quando versa il pomodoro.

Fatto saltare il lampredotto, a discrezione, si può sfumare con del vino rosso (poco), io lo faccio. Rosolato perbenino, vi si aggiungono le patate e si continua la cottura. Se la ciccia ritira troppo liquido (dopo che lo ha naturalmente rilasciato anche grazie alle patate), si aggiunge un mestolo di brodo di carne (se il lampredotto non è precotto si usa il suo brodo).

Ritirato ulteriormente il liquido è il momento dei pomodori e del sale. Se sono freschi li si taglia a pezzettini se sono pelati si mettono interi e vaffanculo.

Copriamo col coperchio e abbassiamo leggermente la fiamma.

Lasciamo cuocere per una quarantina di minuti.

Se si aggiunge molto brodo può essere utilizzato come una zuppa magari accompagnata con crostoni di pane arrostiti ed agliati con olio nuovo.

Lampredotto crudo

Lampredotto crudo

I CAZZI MIEI


Il motivo per cui non mi iscriverò mai su Facebook o Twitter o roba simile (domanda: questa su cui scrivo è roba simile? Ché se lo è va a puttane tutto il ragionamento) è che fondamentalmente è un luogo pieno di gente morta.
Seguitemi, dico gente morta non nel senso che non ha personalità o sinonimi più o meno azzeccati, dico gente morta e intendo proprio quello. Defunti.
Insomma Facebook e simili mi sembrano un po’ dei camposanti. La gente muore e rimane col suo bel profilo online, dove ai trapassati vengono lasciati messaggi d’addio sul registro delle presenze della camera ardente virtuale. E poi quelle foto, le foto vere della gente vera, coi nomi veri.
Gesù, a me paiono proprio dei cimiteri.
Ma come ho detto vorrei sapere da chi lo sa se il posto dove scrivo io in questo momento sia associabile a quelli appena citati.
Nel caso anche questo sia una sorta di cimetero, non voglio fiori, e darò disposizione a chi riceverà tutti i mei averi (tutti quanti) di cancellare il “nido”.
Nel mio testamento ci sarà solo una parola: la password per accedere e cancellare.
Poi torno e rompo i coglioni a tutti come fantasma.
PS MAI DIRE MAI, MAREMMAIMPERSTATASUDICIA

LA CRISI



La Crisi colpisce anche Skynet…

ARROSTO DI FILETTO AL PEPE


 
Siccome non mi piace quando scrivono dosi per "n" persone… non scrivo per quanti è la ricetta. Quindi se avete fame e siete sfondati questa è la dose per due. Se siete delle mezzeseghe inappetenti allora è per sei persone.
 
Un filetto di manzo di circa 800 gr.(non lo dovrei dire perché del tutto superfluo… ma il filetto deve provenire da un manzo di razza chianina)
Un bicchiere di vino rosso corposo.
Pepe verde fresco in grani (o al limite quello in salamoia, purché sia sgocciolato benissimo che se rimane il retrogusto di quel troiaio di salamoia i commensali vi tirano il piatto nei denti)
Rametti di rosmarino freschissimo
sale e olio extravergine d’oliva. EXTRAVERGINE, perdìo!
 
Ricetta semplicissima.
Si prende con amore e rispetto il filetto e lo si adagia in una teglia, sempre con rispetto lo si annaffia col vino rosso, e magari con un po’ meno ritegno si aggiungono quattro o cinque cucchiai di pepe (sì sì quello di cui sopra non altro, su). Infine, qualche rametto di rosmarino freschissimo. Quando dico freschissimo non intendo quello secco nei vasetti, né quello che pensate che sia freschissimo e sembra invece uscito da Fallout 3.
Ora, cosa manca in tutto ciò?
Il SALE!
Bene il sale non si mette a questo punto della preparazione altrimenti causa la fuoriuscita dei succhi della povera bestia. Poi la ciccia diventa poco saporita, stopposa, non al sangue e finite all’inferno.
 
Dopo aver marinato il filetto succulento per un paio d’ore lo si inforna a 180/200 gradi per mezzora/quaranta minuti.
Ora cosa manca in tutto ciò?
Sempre IL SALE!
Bravi vi vedo attenti. Dopo una decina di minuti in forno, e dopo che la carne avrà cominciato a cuocere e a trattenere tutti i propri succhi (leggi il sangue grondante), la si può salare. Col sale grosso ovviamente. Dev’essere sale buono, buonissimo… ottimo.
La cottura dipende dai cristi che mangiano. Dalle mie parti quando si mangiano le mucche fanno ancora "muuuuu"… quindi regolatevi. Mezzora/quaranta minuti per una cottura al sangue (tipo Roast Beef). Venti minuti per la cottura "MUUUUUU".
Servire tiepido o a temperatura ambiente, tagliato a mano non troppo sottile. Mettere nel piatto due fette di filetto, un rametto di rosmarino, una bella manciata di pepe (quello cotto con l’arrosto ovviamente, su) e dell’olio extravergine d’oliva nuovo e di frantoio a crudo.
 
Buon appetito.
Alla faccia dei vegetariani.
 
MUUUUUUU…

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